Man mano che l’Africa sprofonda nella terza ondata di covid-19, cresce la tentazione di ripristinare rigidi lockdown. I paesi africani affrontano un improvviso aumento dei contagi, in media del 130 per cento su base settimanale. Ma i lockdown dovrebbero essere l’ultima risorsa. Chiudere le persone in casa è un’idea che alletta i governi africani, perché li sottrae a molte responsabilità nei confronti degli individui vulnerabili, mentre le élite non vengono colpite dalle conseguenze più dolorose. Inoltre, di fronte all’aumento del malcontento sociale, i lockdown offrono uno strumento di repressione con la scusa dell’interesse pubblico.
I lockdown sono utili solo in presenza di alcune dinamiche sociali. Dove le istituzioni sono capaci di soddisfare le necessità primarie della popolazione, i benefici superano gli inconvenienti, mentre dove le persone vivono alla giornata sono semplicemente inattuabili. Inoltre dovrebbero essere abbinati alla vaccinazione di massa. Queste condizioni non esistono nell’Africa subsahariana. Finora è stato complicato inviare messaggi chiari contro il covid-19. Oggi però quasi tutti hanno avuto un’esperienza diretta del virus, ed è più facile far rispettare le norme. Le misure che creano ostilità non fanno altro che ridurre la buona volontà dei cittadini. Bisognerebbe invece concentrarsi su ciò che è andato storto finora. I sistemi sanitari avrebbero dovuto essere più preparati. In molti paesi il tasso di vaccinazione è ben al di sotto dell’1 per cento. Le conseguenze dell’ultimo _ lockdown _stanno ancora rallentando la crescita a causa del forte indebitamento, e nuove restrizioni devasterebbero economie già al collasso.
L’attenzione dovrebbe spostarsi sul problema reale: l’inefficienza amministrativa. La mancanza di preparazione e di risposte coordinate è stata evidente negli ultimi mesi. In alcuni paesi anche i pochi vaccini donati sono stati sprecati, perché non c’era un modo per raggiungere le persone a cui erano destinati. Le lezioni che abbiamo imparato non suggeriscono altri lockdown, ma la necessità di un coordinamento politico a livello regionale: vaccinare il più possibile, rafforzare i sistemi sanitari e ampliare la protezione sociale. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1415 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati