
Il 27 giugno il secondo turno delle elezioni regionali francesi ha confermato le tendenze emerse una settimana prima, a cominciare dalla forte astensione che ha nuovamente raggiunto il 66 per cento. L’appello lanciato da Marine Le Pen alla vigilia del voto non è riuscito a mobilitare gli elettori del Rassemblement national (estrema destra), che non ha conquistato neppure una regione, così come il partito del presidente Emmanuel Macron, La republique en marche. A uscire vincitori sono stati i partiti tradizionali, riuscendo a mantenere il controllo delle regioni che amministravano: cinque il Partito socialista e sette Les republicains (centrodestra). L’ottimo risultato ottenuto da questi ultimi a livello nazionale prospetta l’ipotesi concreta che possano inserirsi nella corsa per le presidenziali del 2022, finora considerate una partita tra Macron e Le Pen. All’interno del partito è già cominciata la lotta per ottenere la candidatura: al momento il favorito appare Xavier Bertrand, presidente degli Hauts-de-France e più volte ministro durante la presidenza di Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati