Victor Hugo Oliveira Rodrigues, in arte Vhoor, ha solo 23 anni ma ha già alle spalle una carriera di cinque anni. Il suo primo contatto con la musica risale alla sua infanzia, grazie ai genitori che suonavano ai matrimoni e nei bar per arrotondare lo stipendio. La passione è emersa quando ha cominciato a suonare la chitarra per accompagnare la messa della domenica in un sobborgo di Belo Horizonte, nello stato del Minas Gerais. “Penso che la chiesa sia molto importante nella formazione dei musicisti. Per me è stato un bell’addestramento, perché dovevo suonare due volte alla settimana”. Considerato attualmente uno dei producer più creativi della musica elettronica brasiliana, Vhoor riesce a trasformare il proibidão (sottogenere del funk brasiliano nato negli anni ottanta nelle favelas di Rio de Janeiro) in qualcosa di leggero e ancora più ballabile. Vhoor si dedica alla riscoperta dei ritmi tradizionali brasiliani. Per il suo album più recente, Ritmo, ha studiato il samba de coco, uno stile di danza fatto battendo i piedi con uno zoccolo di legno sul pavimento, che è accompagnato da strumenti a percussione. Attraverso undici brani strumentali, Vhoor fonde questa musica con la house, la dance e l’afro-dance. Anche se vengono da due regioni diverse del Brasile, il proibidão e il samba de coco hanno delle cose in comune. Del resto entrambi sono nati nelle periferie dove vivevano soprattutto neri emarginati.
Adailton Moura,
Sounds and Colours

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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati