◆ L’ondata di caldo che ha colpito il Nordamerica non sarebbe stata possibile senza il cambiamento climatico di origine antropica. È il risultato di un’analisi del World weather attribution, un gruppo di ricercatori impegnato a capire se gli eventi meteorologici estremi dipendono dalla crisi in corso. L’ondata di caldo ha colpito con violenza la parte ovest degli Stati Uniti e del Canada alla fine di giugno, coinvolgendo città come Seattle, Portland e Vancouver, che complessivamente hanno più di nove milioni di abitanti. Una temperatura record di 49,6 gradi è stata registrata nella cittadina canadese di Lytton, che poco dopo è stata distrutta da un incendio. La temperatura più alta mai registrata nel paese fino a quel momento era stata di 45 gradi. “Un aumento di quasi cinque gradi è un evento senza precedenti”, afferma Friederike Otto, dell’università di Oxford.
Il fenomeno sarebbe legato al riscaldamento globale. Se questo fosse limitato a due gradi, condizione prevista nel 2050, ci si potrebbe aspettare un’ondata di caldo simile ogni cinque o dieci anni. Un’altra possibilità è che “il sistema climatico abbia superato una soglia non lineare, oltre la quale a un riscaldamento globale lieve corrispondono sbalzi notevoli delle temperature estreme”, scrive l’Organizzazione meteorologica mondiale. In questo caso ci si potrebbe chiedere quanto la scienza abbia compreso davvero dell’andamento delle ondate di caldo all’epoca della crisi climatica.
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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 130. Compra questo numero | Abbonati