A Ouagadougou è arrivato il momento di fare i conti con il passato. L’11 ottobre si è aperto – ed è stato subito aggiornato al 25 ottobre – il processo per l’omicidio di Thomas Sankara, il leader rivoluzionario che guidò il Burkina Faso dopo il colpo di stato del 1983 e fu ucciso insieme a dodici collaboratori il 15 ottobre 1987. “Sul banco degli imputati sfileranno dodici persone per rispondere delle accuse di omicidio e occultamento di cadavere, e di concorso in questi due reati”, scrive il quotidiano locale Le Pays. “È un processo storico, ma si svolgerà senza i due imputati più emblematici: l’ex presidente Blaise Compaoré, che prese il potere dopo la morte di Sankara, e Hyacinte Kafando, che avrebbe diretto il commando e commesso l’omicidio”. La giustizia militare burkinabé ha potuto indagare e aprire un procedimento solo dopo la fine del regime di Compaoré, caduto nel 2014 dopo una rivolta popolare. L’ex dittatore, che vive in esilio in Costa d’Avorio, aveva impedito di indagare sul caso.
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Questo articolo è uscito sul numero 1431 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati