La memoria di rapporti segnati dalla storia brutale della schiavitù si trova appena sotto la superficie di Riproduzione. Al centro dell’accattivante romanzo di Ian Williams c’è l’improbabile relazione tra Felicia, un’adolescente migrante caraibica, ed Edgar, un ricco trentenne e fumatore incallito di origini tedesche. S’incontrano in un reparto ospedaliero nella Toronto degli anni settanta, mentre assistono le loro madri gravemente malate. L’ansia di Felicia è un riflesso della precarietà della sua famiglia; le richieste di visto dei suoi fratelli saranno molto probabilmente respinte se la madre non riuscirà a guarire. Nel ruolo di figlio devoto Edgar, invece, è più rancoroso; la sopravvivenza prolungata della madre è un inconveniente, reso più tollerabile quando, dopo la dimissione della donna dall’ospedale, Edgar convince Felicia ad assisterla per qualche ora al giorno. Williams cattura abilmente il modo in cui Felicia è al tempo stesso ingenua e più matura della sua età, così come sottolinea l’immaturità emotiva di Edgar. Dopo che la loro relazione è stata consumata emerge tutta la doppiezza di Edgar: non ha informato Felicia del suo matrimonio e, cosa più grave, ha mentito quando le ha assicurato di aver fatto una vasectomia. Durante la gravidanza che segue, Felicia se ne va; Edgar fa pochi tentativi per trattenerla. Riproduzione offre un ritratto toccante delle sfide affrontate da Felicia, ora madre single, e da Armistice (Army), il suo figlio adolescente problematico. Alcune persone non dovrebbero riprodursi: potrebbe essere la frase che compendia il romanzo, e anche se è una frase apparentemente banale le conseguenze della procreazione tra partner inadatti – una vita d’infelicità e la probabilità che le generazioni successive ripetano gli stessi errori – sono esplorate con sottigliezza e arguzia nei quattro decenni che l’arco della storia ricopre. Il romanzo chiude il cerchio quando, più di trent’anni dopo il loro primo incontro, i protagonisti si ritrovano nelle corsie di un ospedale. Ora tocca al figlio assisterli, dando una struggente simmetria a questo romanzo finemente equilibrato.
Colin Grant,
The Guardian
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1438 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati