La battaglia della Cina per contenere la variante omicron del sars-cov-2 rischia di bloccare le forniture globali già sotto pressione, scrive il Financial Times. L’impatto dei continui lockdown sulla produzione di merci potrebbe essere peggiore rispetto a quello dei primi mesi della pandemia. “Tra la pandemia, il capodanno lunare e le Olimpiadi invernali le cose non potrebbero essere più complicate”, dice Ambrose Conroy, consulente del settore. Intanto l’economia cinese rallenta: nel quarto trimestre del 2021 è cresciuta solo del 4 per cento, e se la tendenza sarà duratura avrà conseguenze su scala mondiale. Secondo il Fondo monetario internazionale la Cina è il paese che più contribuisce al pil gobale e nei prossimi cinque anni dovrebbe produrre più di un quinto della crescita mondiale. A gettare un’ombra sul sogno di Pechino di raggiungere l’economia statunitense è anche la crisi demografica, scrive Nikkei Asia. Nel 2021 la popolazione cinese è cresciuta dello 0,034 per cento, il tasso più basso in sessant’anni. La Cina non è l’unico paese con il problema della bassa natalità ma è quello dove la crisi demografica procede a ritmo più elevato ed essendo un’economia in via di sviluppo il rischio è che “diventi vecchia prima di diventare ricca”, come dicono gli economisti per descrivere la cosiddetta trappola del reddito medio.
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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati