L a liberazione il 16 marzo di Nazanin Zaghari-Ratcliffe e Anoosheh Ashoori ( nella foto ), detenuti da anni in Iran e con la doppia nazionalità iraniana e britannica, è una svolta positiva nei rapporti tra Londra e Teheran. Ma diverse questioni sono in sospeso, commenta il Guardian. C’è il timore che rimborsando il debito di 477 milioni di euro, l’equivalente di un anticipo pagato da Teheran negli anni settanta per una consegna di carri armati poi sospesa, “il governo britannico possa giustificare la presa di ostaggi da parte dell’Iran”. Per limitare il rischio, Londra ha imposto che i soldi siano usati per scopi umanitari. Ma diverse persone con la doppia nazionalità sono detenute in Iran. Tra loro c’è Morad Tahbaz, che ha il passaporto iraniano, britannico e statunitense. La sua famiglia si aspettava che fosse liberato con gli altri, invece è stato solo spostato in un hotel di Teheran e ha cominciato lo sciopero della fame. Il destino degli ostaggi, prosegue il quotidiano britannico, è legato al risultato dei colloqui sul nucleare. Gli Stati Uniti hanno assicurato alla Russia che le sanzioni per la guerra in Ucraina non ostacoleranno la cooperazione sul nucleare iraniano e ora bisogna lavorare sugli ultimi punti. Teheran vuole garanzie contro un eventuale ritiro statunitense dall’accordo e la cancellazione dei Guardiani della rivoluzione dalla lista dei gruppi terroristici di Washington.
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Questo articolo è uscito sul numero 1453 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati