Il New York Times ha pubblicato il 17 marzo una ricostruzione dell’uccisione, nel giugno 2020, di tre operatori umanitari dell’ong Medici senza frontiere: María Hernández, Yohannes Halefom e Tedros Gebremariam. Il quotidiano statunitense scrive che sono stati uccisi con armi da fuoco da alcuni soldati etiopi in ritirata, su ordine del loro comandante, arrabbiato per la loro presenza in una zona di conflitto. Msf ha commentato che l’attacco è stato intenzionale e ha chiesto risposte al governo di Addis Abeba. Al Jazeera, invece, ha documentato le atrocità – esecuzioni indiscriminate, rappresaglie, distruzioni di proprietà, violenze sessuali – commesse dai combattenti tigrini quando hanno occupato la regione Amhara. Su The Continent Rashid Abdi parla del “nichilismo e la disumanizzazione che ormai caratterizzano tutte le parti in conflitto, combattenti e non. Lo stato etiope ha affidato le operazioni belliche a milizie etniche, che mettono in campo tutti i loro rancori”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1453 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati