Con una dichiarazione pubblicata su Twitter il 3 aprile l’ex erede al trono della Giordania Hamza bin Hussein, fratellastro del re Abdallah II, ha rinunciato al titolo di principe. Le sue convinzioni, ha spiegato, “non sono in linea con gli approcci, le tendenze e i metodi moderni delle nostre istituzioni”. Nell’aprile del 2021 Hamza era stato accusato di essere coinvolto in un complotto ispirato da entità straniere per destabilizzare la monarchia. Lui aveva negato, ma aveva definito il governo corrotto, incompetente e autoritario. Due alti esponenti della corte reale erano stati condannati a quindici anni di carcere e Hamza era stato messo agli arresti domiciliari. Da allora ha fatto una sola uscita pubblica, fino a marzo, quando la corte reale ha pubblicato una sua lettera, in cui chiede perdono al re per gli errori del passato. Secondo gli analisti, la rinuncia al titolo indica che i motivi della sua ribellione sono ancora validi. I paesi della regione, nota il sito panarabo Al Ain, temono una destabilizzazione della Giordania.
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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 3. Compra questo numero | Abbonati