Dopo l’eccidio di civili commesso dalle truppe russe nella città ucraina di Buča, l’Unione europea prende in considerazione l’ipotesi di non comprare più alcuni combustibili dal Cremlino, come sanzione definitiva contro il regime di Vladimir Putin, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il 5 aprile la Commissione europea ha proposto nuove misure, tra cui il blocco delle importazioni di carbone e dei trasporti di merci via terra e mare e quello delle esportazioni di macchinari. Fuori discussione, per il momento, la sospensione degli acquisti di gas e petrolio, a cui si oppone soprattutto la Germania, che ha sviluppato una forte dipendenza energetica dalla Russia e teme gravi danni economici. Berlino preferisce soluzioni alternative, come un conto fiduciario su cui depositare parte delle somme dovute per gli acquisti energetici, con l’impegno a liberarle quando la Russia andrà via dall’Ucraina. O una tassa sul gas russo, con l’obiettivo di ridurre i consumi europei e anche le entrate del Cremlino. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati