La fine del giorno è ambientato in una piccola città del Connecticut lacerata da scontri di classe. C’è un groviglio di personaggi con vite che si sovrappongono, e capitoli che si alternano. Segreti e tradimenti del passato minacciano di esplodere. Solo che qui la redenzione non è facile. Dana Goss è la forza tossica che guida la narrazione, una ricca ereditiera bisessuale che tratta il suo staff come feccia. Il romanzo si apre con lei che si prepara a presentarsi a casa della sua amica d’infanzia Jackie con una valigia malconcia. Dentro ci sono documenti che descrivono dettagliatamente eventi passati che Jackie, ora vedova con nipoti, preferirebbe non conoscere. Lupita Lopez – un’immigrata messicana il cui padre violento era il giardiniere della famiglia Goss – è una pedina nei giochi manipolatori di Dana. Gran parte del romanzo si svolge nel passato. I flashback danno una versione diversa di quello che è successo. Ci sono scene interessanti, le descrizioni sono impressionanti. Il problema è la storia di fondo, perché Clegg non scende nei dettagli. Eppure, il romanzo riesce nel suo scopo di osservare come il passato può far deragliare il presente e come può essere messo a riposo.
Francesca Angelini, The Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1456 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati