Da settimane in diverse città iraniane è in corso una mobilitazione contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, mentre i sindacati degli insegnanti e degli autisti di autobus hanno proclamato scioperi per ottenere salari migliori. Le autorità hanno risposto bloccando internet e prendendo di mira giornalisti, attivisti e professionisti del settore cinematografico. Secondo il Center for human rights in Iran, che ha sede a New York, almeno cinque persone sono morte negli scontri con le forze di sicurezza e decine sono state arrestate. Le proteste sono cominciate dopo che il 3 maggio il governo ha tagliato i sussidi per alcuni beni di prima necessità, come la farina e il grano, una misura giustificata dalla “crisi mondiale” provocata dall’invasione russa dell’Ucraina. Sono state organizzate proteste anche ad Abadan, una città del sudovest dell’Iran dove il 23 maggio il Metropol, un edificio incompiuto di dieci piani, è crollato uccidendo 31 persone. Almeno dieci persone sono state arrestate per le loro responsabilità nell’incidente, tra cui il capo dell’impresa edile, l’attuale sindaco e due suoi predecessori. Iran International commenta che il crollo “per gli iraniani è diventato il simbolo della corruzione, perché è chiaro che ci sono state violazioni delle norme”. Secondo le ricostruzioni l’edificio poteva avere al massimo sei piani, ma altri quattro erano stati aggiunti durante i lavori.
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Questo articolo è uscito sul numero 1463 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati