Con il suo primo film realizzato in inglese, su una donna straniera trapiantata in Colombia, il maestro tailandese forse conferma la sua arte. Apichatpong Weerasethakul ci offre il suo genere di esaltazione, la sua abolizione della gravità. Con uno stile pacatamente realista, riesce a convincerti che i morti e i vivi, il passato e il presente, il terrestre e l’alieno, esistono fianco a fianco. Memoria è un film bellissimo e misterioso, un cinema lento che rallenta il battito cardiaco.
Peter Bradshaw, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1465 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati