Nelle ultime settimane l’esercito somalo, con l’aiuto delle truppe straniere e di milizie locali, ha ottenuto una serie di successi contro i jihadisti di Al Shabaab, liberando più di quaranta villaggi che erano sotto il loro controllo, scrive il sito Garowe Online. Il governo di Mogadiscio ha reso noto di aver ucciso il 1 ottobre uno dei fondatori del gruppo terroristico, Abdullahi Nadir, il più probabile successore dell’attuale leader Ahmed Umar. Il 3 ottobre i miliziani – legati ad Al Qaeda – hanno risposto organizzando una serie di attacchi a Beledweyne, nel centro del paese, in cui sono morte una ventina di persone e altre 36 sono rimaste ferite. Tra le vittime degli ultimi giorni, anche il cameraman della tv nazionale somala Ahmed Mohamed Shukur, 26 anni, morto in un’esplosione a Basra, vicino alla capitale, il 30 settembre, riferisce il Comitato di protezione dei giornalisti di New York (Cpj). La Somalia è uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti: dal 1992 ne sono morti almeno 71.
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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati