L’accordo tra la Commissione europea e il governo tedesco può essere la spinta decisiva affinché l’Unione cambi la sua posizione sul consumo, la vendita e il possesso di cannabis. Anche se in modo lento e incerto, in Europa si sta finalmente diffondendo la consapevolezza che legalizzarla può essere una soluzione più intelligente di un divieto che è regolarmente ignorato dai cittadini, alimenta una prospera attività clandestina e consuma una grande quantità di denaro pubblico.
La Germania è alla testa dei paesi che vorrebbero inquadrare e regolamentare il consumo, la coltivazione e la vendita di una sostanza ormai accettata dalla società, creando un giro d’affari multimilionario. L’ambizioso progetto originario del governo tedesco è stato ridimensionato in seguito alle obiezioni espresse da Bruxelles: la liberalizzazione della vendita agli adulti è stata sostituita da un piano basato su un sistema di cannabis club controllati dallo stato, dove chi ha più di 18 anni potrà acquistare un massimo di 50 grammi al mese e non più di 25 per volta. La coltivazione sarà limitata a tre piante per persona e sarà vietato consumare cannabis nelle zone pedonali prima delle otto di sera e vicino alle scuole.
Offrire canali per l’acquisto legale della cannabis significa abbandonare la strada del proibizionismo. Le politiche repressive non sono state capaci di frenare il consumo, favorendo la nascita di reti criminali. Con una regolamentazione su scala europea della coltivazione, della distribuzione e dell’uso personale, il fiorente mercato nero della cannabis potrebbe svanire.
Strappare la cannabis alla clandestinità potrebbe essere il modo migliore per elaborare piani efficienti di prevenzione e informazione, come succede con l’alcol e il tabacco. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati