◆ L’articolo sulla Giordania (Internazionale 1510) mi ha lasciato perplesso. La tesi di base è che la Giordania sia un paese autoritario e repressivo, e non un’oasi relativamente progressista nell’area meno democratica del pianeta. Ma leggendo l’articolo si ricava l’immagine di un regime che, seppur non democratico, permette manifestazioni di dissenso senza reprimerle con la violenza, emana misure per mantenere bassi i prezzi del pane e dei carburanti, ha una polizia che garantisce la sicurezza nelle strade e nei campi profughi e dialoga con le tribù locali per dirimere le controversie ed evitare spargimenti di sangue. Forse mi sbaglierò, ma non mi sembra l’immagine di un governo repressivo, specialmente in confronto ai paesi confinanti.
Massimo Burioni

◆ Mi piace molto la rubrica di Claudia Durastanti, che spesso leggo prima di altri articoli quando arriva il nuovo numero. Oltre a farmi scoprire artisti o pezzi che non avevo considerato, è di per sé una piacevole lettura per lo stile, le immagini, i richiami ad altre dimensioni, storie, momenti e sentimenti. È uno spazio aperto e pieno di cose ma anche intimo. Una cosa piccola ma buona.
Luigi Della Morte

◆ L’articolo di Maïa Mazaurette sull’estetica dei genitali (internazionale.it) è ottimo. Sono una ginecologa e sono cresciuta con la rivoluzione sessuale degli anni settanta. Trovo inquietante il desiderio di molte mie pazienti di migliorare le loro vulve e trovo indegne e scorrette le relazioni dei colleghi ai convegni medici sui lif­ting vaginali. Quindi ben venga una scrittrice che abbia uno sguardo lucido sui temi della genitalità e che aiuti le donne e gli uomini a diventare più liberi dagli stereotipi.
Marialessandra Panozzo

◆ Ho letto con interesse l’articolo di Arthur Brooks sulla gentilezza (internazionale.it). Ne condivido il contenuto e sottolineo l’importanza a livello collettivo di questa qualità, anche se nella società attuale sembra quasi impossibile metterla in pratica.
Patrizia

◆ Su Internazionale 1510, a pagina 25, l’attivista laotiano Anousa “Jack” Luangsuphom è sopravvissuto all’attentato del 29 aprile a Vientiane.

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