Secondo i risultati preliminari di tre studi pubblicati su bioRxiv, l’Homo naledi, un ominide arcaico con un cervello piccolo, seppelliva i morti e produceva incisioni sulle pareti delle caverne. Se saranno confermati, bisognerà rivedere l’evoluzione umana riguardo a capacità finora attribuite solo a ominidi con il cervello più grande, come neandertal e Homo sapiens. Le ricerche sono state condotte su reperti risalenti fino a 335mila anni fa trovati nel sistema di grotte Rising star, in Sudafrica.

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati