La disputa sul nuovo patto europeo sulle migrazioni e l’asilo ha provocato una clamorosa spaccatura al Consiglio europeo del 30 giugno, che si è chiuso senza una dichiarazione finale perché Polonia e Ungheria hanno rifiutato di sottoscriverla. I due paesi contestano in particolare il principio della solidarietà obbligatoria, in base al quale gli stati che rifiutano il ricollocamento dei richiedenti asilo dovranno pagare un’ammenda. L’opposizione di Varsavia e Budapest non è sufficiente ad affondare il patto, che è stato approvato a maggioranza qualificata al consiglio dei ministri dell’interno l’8 giugno e attende il voto del parlamento europeo. Ma il governo polacco ha annunciato che organizzerà un referendum sulla solidarietà obbligatoria, che si terrà in autunno in concomitanza con le elezioni legislative, riferisce Rzeczpospolita.
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati