L’8 luglio a Tepic, capitale dello stato messicano di Nayarit, nell’ovest del paese, è stato ritrovato in un sacco di plastica e con evidenti segni di tortura il corpo di Luis Martín Sánchez Íñiguez, corrispondente del quotidiano messicano La Jornada. Era stato visto l’ultima volta tre giorni prima. La moglie aveva denunciato la sua scomparsa alla procura dello stato, aggiungendo che in casa mancavano anche il suo computer e un disco rigido. Sánchez Íñiguez, 59 anni, è il quarto giornalista ucciso dall’inizio dell’anno in Messico per motivi legati al suo lavoro. In un editoriale La Jornada ha scritto che l’omicidio è un “attacco alla libertà d’espressione e un grave colpo al diritto dei cittadini di essere informati”, e che occorre un’indagine seria delle autorità. Secondo la Sociedad interamericana de prensa, nel 2022 nel paese sono stati assassinati venti giornalisti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati