Le temperature senza precedenti registrate negli ultimi mesi non sono una novità, ma fanno parte di una tendenza globale dovuta a decenni di aumento delle emissioni di anidride carbonica. Le massime diurne da record rilevate la settimana scorsa per tre giorni di fila sono un’altra cosa. Dati così elevati e ravvicinati hanno colto di sorpresa gli scienziati. La scorsa settimana è stata la più calda da metà ottocento, quando sono cominciate le misurazioni. L’ultima volta che la Terra è stata così calda è stato nel periodo interglaciale eemiano, circa 120mila anni fa. Il 6 giugno la temperatura media globale è salita a 17,2 gradi. Il giorno dopo ha superato di 1,6 gradi la media del periodo 1850-1900.
Le cause vanno cercate nella combinazione tra il cambiamento climatico, i venti insolitamente potenti sull’Atlantico del nord e il fenomeno meteorologico conosciuto come El Niño, che riscalda il Pacifico. Un inverno più caldo del solito in Antartide, che ha portato l’estensione delle banchise ai minimi storici, è un altro fattore. Tutto questo produce ondate di calore estreme che potrebbero diventare comuni se le emissioni non saranno ridotte.
Il surriscaldamento globale senza precedenti, che sta già causando danni gravi nei paesi più vulnerabili, dovrebbe dare una scossa ai governi del pianeta. Ma a causa della crisi energetica del 2022 i sussidi pubblici ai combustibili fossili hanno raggiunto livelli record, superando i mille miliardi di dollari, e troppi paesi continuano a investire nell’estrazione del petrolio. Il modo più efficace di rispondere a questa crisi è affrontarla alla radice, abbandonando i combustibili fossili e passando alle fonti rinnovabili in modo equo per tutti. Possiamo ancora rallentare l’aumento delle temperature, ma il tempo sta per scadere. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati