“Sul divano di casa sua a Damasco il cuore di Khaled Khalifa, scrittore, sceneggiatore e amico di tutti i siriani, si è fermato”. Così la poeta siriana Manahal al Sawi ha commentato sul sito libanese Daraj la morte dello scrittore siriano Khaled Khalifa ( nella foto ), avvenuta il 30 settembre a 59 anni per arresto cardiaco. Conosciuto all’inizio degli anni novanta come sceneggiatore cinematografico e televisivo, con i suoi romanzi è diventato uno degli autori siriani più noti nel suo paese e all’estero. “Amava la Siria più di qualunque altra cosa”, ricorda un giornalista siriano su Al Araby al Jadid. Nonostante fosse un oppositore del partito Baath al potere e del regime del presidente Bashar al Assad non ha mai lasciato il suo paese, neanche dopo lo scoppio della rivoluzione nel 2011 e i successivi anni di guerra. Nei suoi libri ha trattato argomenti tabù come il settarismo, l’islamismo e la sessualità concentrandosi su temi universali come l’amicizia, la perdita e la speranza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati