Il 1 novembre è scaduto l’ultimatum delle autorità pachistane che impone ai profughi senza documenti di lasciare il paese prima di essere rimpatriati. In un mese circa 200mila persone hanno oltrepassato la frontiera con l’Afghanistan e dal 1 novembre la polizia ha cominciato a rinchiudere gli immigrati irregolari in centri di detenzione. La norma interessa 1,7 milioni di afgani, alcuni nati e cresciuti in Pakistan, e secondo gli esperti è uno strumento di pressione di Islamabad diretto al governo dei taliban, accusato di ospitare gruppi armati islamisti responsabili di attacchi terroristici. Tra gli afgani presenti in Pakistan 25mila avevano collaborato con gli americani tra il 2011 e il 2021 e sono in attesa di essere trasferiti negli Stati Uniti. L’ambasciata statunitense, scrive Dawn, ha consegnato la lista dei loro nomi alle autorità di Islamabad, che però, in mancanza di un accordo specifico con Washington, avrebbero sollevato obiezioni. Altri tremila afgani dovrebbero essere accolti nel Regno Unito.
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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 42. Compra questo numero | Abbonati