“Dopo aver conquistato l’Iowa, il 23 gennaio Donald Trump ha vinto le primarie del Partito repubblicano in New Hampshire, e ora la sua candidatura alle presidenziali di novembre sembra inevitabile”, scrive Il Wall Street Journal. “L’ex presidente ha staccato di undici punti la sua unica sfidante, Nikki Haley, conquistando la maggioranza dei voti degli uomini, delle donne e dei giovani”. Haley ha detto che continuerà la campagna elettorale, ma la strada è in salita. Sulla carta il New Hampshire era lo stato a lei più favorevole, visto che gli elettori repubblicani tendono a essere più moderati rispetto al resto del paese e alle primarie possono votare anche le persone registrate come indipendenti. Il prossimo stato importante a esprimersi sarà la South Carolina, il 24 febbraio. Haley lì è stata governatrice, ma secondo i sondaggi Trump è in vantaggio di circa quaranta punti percentuali. Haley è data seconda in tutti gli stati in cui si deve ancora votare. L’ex presidente ha commentato il risultato del New Hampshire attaccando la sfidante, e nel partito cominciano le pressioni perché Haley si ritiri e appoggi Trump in vista della sfida contro il presidente Biden. “Ma dal New Hampshire sono arrivati anche segnali allarmanti per Trump in vista delle presidenziali, come era già successo in Iowa”, scrive il New York Times. “Una parte significativa del sostegno a Haley è arrivata da elettori non iscritti al partito che volevano insistere sulla necessità di fermare Trump. Secondo gli exit poll della Cnn, la metà di chi ha votato alle primarie pensa che Trump non sarebbe adatto alla presidenza se dovesse essere condannato in uno dei processi in cui è imputato. In un’elezione combattuta, questo fattore potrebbe essere importante”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati