◆ La diga Nant de Drance, in Svizzera, è un esempio di centrale idroelettrica con impianto ad accumulo. Entrata in funzione nel 2022, può fornire 900 megawatt per venti ore. Il bacino superiore viene riempito da pompe che prelevano l’acqua da un invaso 425 metri più in basso, alimentate da impianti solari ed eolici. Quando la richiesta di energia è alta, l’acqua del bacino superiore viene rilasciata per azionare le turbine e produrre la corrente. Gli impianti ad accumulo si sono sviluppati sulle Alpi verso la fine dell’ottocento. Oggi sono diffusi in tutto il mondo e hanno un ruolo importante nella diffusione delle energie rinnovabili perché ne compensano l’intermittenza, scrive Science. La Cina è il leader mondiale in questo settore: secondo il Global energy monitor nel paese sono in costruzione 66 centrali. Nel 2024, con l’attivazione delle ultime due turbine, un impianto vicino a Pechino potrebbe diventare il più grande al mondo, arrivando a produrre 3.600 megawatt. Negli Stati Uniti un esempio è l’impianto della Raccoon mountain, in Tennessee, costruito circa cinquant’anni fa. Il bacino superiore è collegato attraverso un tunnel a una centrale elettrica sotterranea da 1.700 megawatt, le cui macchine funzionano alternativamente da pompe e da turbine. In questo caso l’energia per sollevare l’acqua è fornita da una centrale nucleare. La costruzione di queste strutture però pone diversi problemi: l’impatto sul territorio può essere notevole, mentre il ritorno sull’investimento è incerto.
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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati