I processi alle streghe, con il loro miscuglio di fervore religioso, misoginia e desiderio represso, hanno sempre appassionato i romanzieri. Il leviatano, godibilissimo e documentatissimo debutto di Rosie Andrews, parte da questi procedimenti per fare qualcosa di davvero originale: in parte storia dell’orrore, in parte fantasy, in parte thriller storico. Siamo nel 1643, all’inizio della guerra civile inglese. Il narratore, Thomas Treadwater, un giovane che si è arruolato nelle forze parlamentari per coprire un piccolo scandalo, torna a casa a Natale, nel Norfolk, pieno di paura. Sua sorella, 16 anni, gli ha scritto di “un essere maligno e avverso a Dio” che è entrato nella loro casa, una nuova serva di nome Chrissa Moore. Tom arriva e scopre che tutto il bestiame è stato sterminato, suo padre è immobilizzato da un ictus e Chrissa è stata imprigionata per stregoneria. Per ritardare il processo la donna dice di essere rimasta incinta del suo padrone. Tom non crede nella stregoneria ma quando altre due serve accusate insieme a Chrissa vengono trovate morte deve accettare che sulla sua casa aleggino forze sinistre. I lettori sanno di più perché il racconto è interrotto da capitoli in cui Tom, sessant’anni dopo, vive nel terrore di una donna rinchiusa nella sua soffitta.
Stephanie Merritt, The Guardian
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1568 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati