L’America Latina è da sempre un terreno fertile per la musica. Se a molti il continente evoca l’euforia della cumbia, la psichedelia latina e la bossa nova, in tempi recenti la scena latinoamericana è diventata più complessa. Tra i nomi più originali c’è Mabe Fratti, violoncellista guatemalteca che con il quarto album rende bene la sua idea di sperimentazione. Sentir que no sabes è il suo lavoro migliore. Ogni pezzo supera il precedente nell’impatto emotivo, ma nel complesso lei riesce a non piangersi mai addosso. In mezzo alla malinconia il suono guizza tra l’avant pop, le colonne sonore e il jazz. Quello che quest’artista riesce a produrre con il violoncello può essere descritto semplicemente come sperimentale, ed è sostenuto da una produzione eccellente. In aggiunta a questo, però, tutto il disco sarebbe perfetto per il cinema. Kitana starebbe bene in un film horror italiano degli anni settanta. Se le capacità della musicista con il suo strumento sono il fulcro dell’album, quello che fa con la voce e le parole è altrettanto importante. Fratti ci guida nell’oscurità dei suoi paesaggi, in un viaggio sonoro di un tipo che capita raramente di fare.
Ben Forrest, Far Out Magazine

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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati