Almeno 53 persone sono morte e 270 sono rimaste ferite nell’attacco missilistico lanciato il 3 settembre da Mosca sulla città di Poltava, nel centro dell’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelenskyj ha dichiarato in un video che è stato parzialmente distrutto l’Istituto militare per le telecomunicazioni e danneggiato un vicino istituto medico, scrive il Kyiv Independent. Zelenskyj ha chiesto ai partner occidentali di aumentare la fornitura di sistemi di difesa aerea e missilistica. Nella notte successiva, missili e droni russi hanno colpito numerose città nell’est e nell’ovest del paese. In particolare, sette persone sono morte a Leopoli, vicino al confine con la Polonia, e decine sono rimaste ferite. Il 2 settembre era stata colpita la capitale, Kiev, poche ore prima che migliaia di bambini tornassero in classe per il nuovo anno scolastico. Sono stati colpiti un impianto di trattamento delle acque, l’ingresso di una stazione della metropolitana usata come rifugio, due scuole e un’università. Tre persone sono rimaste ferite. Il 4 settembre, riporta sempre il quotidiano Kyiv Independent, il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha presentato le sue dimissioni al parlamento. Il giorno prima si erano dimessi il ministro dell’industria strategica, quello della giustizia, quello dell’ecologia, la vice prima ministra per l’integrazione europea ed euroatlantica e quella per la reintegrazione dei territori ucraini occupati. Secondo alcuni esponenti del partito di governo si tratta di un rimpasto programmato da tempo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati