Seoul, 29 agosto 2024 (NurPhoto/Getty)

La corte costituzionale della Corea del Sud ha stabilito che una parte della legge nazionale sul clima non protegge i diritti costituzionali delle future generazioni, perché non fissa gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica per gli anni successivi al 2031. La sentenza, la prima del genere in Asia, arriva quasi cinque anni dopo che alcuni gruppi di cittadini, di cui facevano parte anche bambini e ragazze, hanno presentato alla corte una petizione contro la risposta insufficiente del governo alla crisi climatica. La corte, scrive il Korea Times in un editoriale, ha riconosciuto che “le future generazioni saranno più esposte alla crisi climatica, ma hanno possibilità limitate di partecipare ai processi democratici attuali”. In particolare ha indicato come insufficiente l’articolo che impone al governo di stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 senza però prevedere nulla per il periodo tra il 2031 e il 2049. Questa mancanza secondo la corte equivale a una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini. Le controversie in materia di clima, spiega il quotidiano sudcoreano, sono diventate più frequenti. La sentenza ha dei precedenti in Germania e nel Montana, negli Stati Uniti. E procedimenti simili sono in corso in Giappone e a Taiwan.

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati