In Brasile, un po’ come negli Stati Uniti, le donne sono sempre state una parte importante ma meno riconosciuta della scena hip-hop. Da quando il movimento è nato negli anni ottanta, il rap brasiliano femminile è stato la nicchia di un genere che di per sé era già di nicchia, il rap. La musica degli mc maschi ha conquistato i suoi spazi negli anni novanta, con il successo di gruppi come Planet Hemp e Racionais MCs. Ma i rari momenti in cui le donne brillavano erano ancora limitati all’underground, come il successo di critica ottenuto da Nega Gizza con la canzone Prostituta, che presentava il punto di vista di una lavoratrice del sesso alle prese con i pregiudizi della società. Nei primi anni duemila, Negra Li è diventata la rapper più conosciuta del paese, ma anche perché ha fatto l’attrice in televisione. La realtà del rap femminile brasiliano è cambiata davvero solo con i social network e le piattaforme di streaming. Rapper come Karol Conká, Flora Matos, Karol de Souza, Stefanie e Azzy sono tra le artiste più conosciute. E poi c’è una nuova generazione di ragazze che sta sfruttando il potere dei social e l’attenzione di cui gode la scena trap. Una di queste è Ebony, che propone brani in cui si parla di sesso esplicito e riferimenti nerd. La cantante e rapper Maru2D invece alterna rime e pezzi cantati. E usa la musica per fare dichiarazioni politiche: nel brano Poetisas no topo 3 dice: “Fanculo la destra, odio Bolsonaro”. Ana Clara Ribeiro, Remezcla

Ebony (dr)

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati