Dopo più di trent’anni la Cina ha annunciato che interromperà il suo programma di adozioni internazionali. Dal 1992 più di 160mila bambini cinesi, soprattutto femmine, sono stati adottati da famiglie straniere, metà delle quali statunitensi. La decisione, scrive James Palmer su Foreign Policy, è in parte dovuta probabilmente anche al diffondersi di propaganda nazionalista – come l’idea che gli stranieri “rubino” i bambini cinesi – e al fatto che le adozioni all’estero sono considerate l’eredità di un periodo di povertà che la Cina si è lasciata alle spalle. Non è chiaro cosa succederà alle procedure di adozione già avviate e non ancora concluse.
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Questo articolo è uscito sul numero 1581 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati