La nazione Wa è una zona autonoma nascosta negli altopiani della Birmania a ridosso di Cina e Thailandia. Non la troverete sulle mappe delle Nazioni Unite ma è grande come il Belgio e ha un esercito, scuole e un sistema fiscale. L’autosufficienza del popolo wa deriva da ciò che esporta: la metamfetamina, prodotta con grande efficienza. Le loro ya-ba (pillole della pazzia) si vendono a circa due dollari l’una, hanno un allegro colore rosa, sono aromatizzate alla vaniglia e hanno stampigliato il logo WY “famoso tra i consumatori di droga asiatici quanto il logo della Nike”, come scrive Patrick Winn in Narcotopia. E aggiunge: “Le vendite annuali delle ya-ba superano quelle dei Big Mac e gli ordini di Starbucks al livello mondiale”. Secondo Winn, giornalista d’inchiesta statunitense che vive a Bangkok, la nazione Wa è erroneamente considerata in occidente come un barbarico cartello della droga. Secondo lui sarebbe invece meglio parlarne come di “una popolazione indigena che ha saputo sfruttare la potenza degli stupefacenti per costruirsi uno stato dove uno stato non c’era”. La Dea, l’agenzia federale statunitense che combatte il traffico di droga, cerca da tempo di smantellare la nazione Wa ma pochi americani conoscono davvero questo territorio. Winn invece ci è andato e ha scoperto una lunga storia d’intromissioni statunitensi che raccontano uno dei capitoli più temerari della guerra contro le droghe, che non ha certo bisogno di prodezze. Winn non è riuscito a organizzare un incontro con un grande boss ma ha trovato una fonte preziosa in Saw Lu, un uomo wa che ha lavorato per il governo birmano, è stato ufficiale dell’esercito e informatore della Dea. Mentre gli altri informatori volevano solo soldi, Saw Lu aveva idealizzato gli Stati Uniti come grande nazione cristiana che avrebbe portato progresso e prosperità. La capacità d’intelligence della Dea ha ingelosito la Cia, che da tempo cercava di usare la popolazione wa in chiave anticomunista. In realtà i wa, tradizionalmente cacciatori di teste, non fanno che consolidarsi come astuta popolazione indigena impermeabile e resistente all’imperialismo occidentale. E il loro passaggio dall’oppio alla metamfetamina è stata un’accorta e studiata operazione di business. Dan Pipenbring, Harper’s Magazine
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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati