Il film immagina che lo scrittore C.S. Lewis abbia fatto visita a Sigmund Freud, vecchio e malato, a Londra, nel settembre del 1939, poco prima della morte del padre della psicanalisi. I due discutono e si confrontano su concetti come l’esistenza di dio o il significato del male. Come Quella notte a Miami… o Maria regina di Scozia, il film usa un incontro immaginario per esplorare la vita e l’opera dei suoi protagonisti. Ma il risultato non è pienamente soddisfacente. Non è colpa delle interpretazioni, quanto di una sceneggiatura poco elaborata, in cui l’esplorazione dei gravi temi affrontati da Freud e Lewis non risulta abbastanza raffinata. Forse meno flashback avrebbero aiutato.
Helen O’Hara, Empire
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Questo articolo è uscito sul numero 1591 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati