I libri sono destinati a diventare un po’ meno “eccezionali”, “sbalorditivi”, “avvincenti”. L’editore statunitense Simon & Schuster ha deciso che smetterà di dotare i libri in uscita delle fascette editoriali, quelle strisce di carta piegate intorno al volume su cui compaiono citazioni entusiastiche e poco significative. Esistono da secoli ma difficilmente qualcuno le rimpiangerà. L’idea sarebbe quella di invogliare i lettori, che però ormai le guardano con sospetto. Gli autori affermati non le hanno mai amate: “Spazzatura disgustosa”, scrisse George Orwell facendo il verso al linguaggio che le caratterizza. A sentenze lapidarie come “Magistrale!” o “Impossibile da mettere giù!” si alternano frasi ancora più insensate: “Se leggendo questo libro non vi metterete a urlare di gioia, la vostra anima è morta!”. Vi sentirete in colpa se in biblioteca non potrete urlare di gioia, scherzava ancora Orwell. Sarebbe ammirevole se gli editori, senza dover pensare alle fascette, si concentrassero di più a pubblicare libri non “scintillanti” o “strazianti” ma semplicemente “migliori”. The Economist
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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati