Nel 2024 Cuba ha affrontato una crisi energetica senza precedenti: da agosto il paese è stato colpito da una serie di blackout quotidiani poi culminati in un collasso totale del sistema elettrico nazionale. A ottobre quasi dieci milioni di persone sono rimaste senza corrente per tre giorni.
Il disagio ha esasperato la popolazione, alimentando le proteste: solo ad agosto, l’osservatorio cubano dei conflitti ha registrato quasi settecento manifestazioni, legate soprattutto alla carenza di servizi essenziali come elettricità, acqua e trasporti.
Le ragioni di questa instabilità sono molte. Le centrali termoelettriche, di fabbricazione sovietica, sono obsolete e la manutenzione è inesistente da decenni. Inoltre, senza riserve di valuta estera, il governo dell’Avana fatica a comprare il petrolio necessario per alimentare la rete.


Alleati come Venezuela, Russia e Messico continuano a sostenere Cuba, senza però essere pagati adeguatamente, il che rende la loro assistenza sempre più incerta.
In questo contesto, la Cina emerge come un partner strategico: alla fine del 2024 Pechino ha inviato 70 tonnellate di attrezzature per la riparazione della rete elettrica e sta contribuendo alla costruzione di parchi fotovoltaici, segnali di un possibile percorso verso una maggiore autonomia energetica.
Le difficoltà attuali si inseriscono in una lunga storia di emergenze legate all’approvvigionamento di alcune risorse. Nel 1991, con la fine delle forniture di petrolio dell’Unione Sovietica, a Cuba cominciò una prolungata crisi economica con duri razionamenti, il cosiddetto periodo speciale.


Quando era ancora al potere, tra il 2005 e il 2006 Fidel Castro lanciò alcune iniziative per modernizzare la rete elettrica e ridurre i consumi. Tuttavia nel 2019, sotto la guida dell’attuale presidente Miguel Díaz-Canel, il paese è entrato in una nuova fase critica. Nonostante gli sforzi, i blackout sono una costante nella vita quotidiana dei cubani.
La situazione è ulteriormente complicata dal perdurare dell’embargo imposto negli anni sessanta dagli Stati Uniti.
L’embargo limita l’accesso di Cuba a finanziamenti, tecnologie essenziali per ammodernare la rete elettrica, investimenti e carburanti a prezzi competitivi.
La crisi riguarda tutti i settori e contribuisce a un costante esodo migratorio. Garantire una produzione energetica stabile è quindi una priorità per il governo, che vuole evitare nuove proteste.

È ancora presto, però, per dire se la cooperazione con la Cina e altre iniziative basteranno a restituire a Cuba le infrastrutture di cui ha bisogno.
Il fotografo italiano Dario De Dominicis ha documentato gli effetti dei continui blackout nelle città di Cienfuegos e Trinidad nel dicembre 2024. Le sue immagini mostrano gli sforzi messi in atto dai cubani per continuare a condurre una vita normale. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati