Il 19 febbraio in nove città del Marocco sono state arrestate dodici persone sospettate di appartenere al gruppo Stato islamico (Is). Secondo le autorità, scrive il quotidiano Assahra al Maghribiya, la cellula jihadista si faceva chiamare “i leoni del califfato nel Maghreb” ed era guidata dal libico Abderrahmane Sahraoui. Stava organizzando un attentato terroristico di ampia portata: nelle abitazioni delle persone arrestate sono stati trovati esplosivi e fucili d’assalto. Il 26 gennaio vicino a Casablanca erano state fermate altre quattro persone con accuse simili. Dal 2002 al febbraio 2023 più di duemila cellule terroristiche sono state smantellate in Marocco, come rivelano i dati della polizia marocchina riportati da Le Monde Afrique. “L’aumento della minaccia terroristica nel paese sarebbe in parte legato alla decisione di Rabat di riprendere le relazioni diplomatiche con Israele, nel dicembre 2020. L’Is ha più volte intimato di voler prendere di mira i paesi alleati dello stato ebraico”. Allo stesso tempo, i gruppi terroristici approfittano della porosità delle frontiere in questa parte del continente, in particolare nel Sahara Occidentale, dove sono stati compiuti alcuni degli arresti del 19 febbraio.

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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati