
Da più di un anno il Giappone è alle prese con una grave carenza di riso, che ha fatto rapidamente salire i prezzi. i supermercati, scrive il New York Times, sono stati costretti a razionare la merce disponibile sugli scaffali, mentre il governo di Tokyo ha messo mano alle riserve strategiche dello stato. Il paradosso, osserva il quotidiano statunitense, è che la pubblica amministrazione continua a pagare gli agricoltori per limitare la loro produzione, una politica in vigore da più di cinquant’anni che costa miliardi di dollari. “Il 30 marzo i coltivatori, esasperati dalle regole del governo, hanno deciso di scendere in piazza”. A Tokyo sono arrivati più quattromila agricoltori. La crisi del riso rischia di avere forti ripercussioni sociali e politiche. A marzo il prezzo medio dei cibi freschi è aumentato del 19 per cento, trainato ovviamente dal rincaro del riso, che si è attestato intorno all’80 per cento. “Le preoccupazioni per gli aumenti dei prodotti alimentari stanno spingendo molte famiglie a ridurre i consumi”. Una situazione poco rassicurante, tenendo conto che a luglio si vota per il rinnovo del parlamento e che nel 2024 il governo è caduto anche a causa del malcontento per i prezzi dei prodotti alimentari. La carenza di riso, conclude il New York Times, è dovuta alle temperature estreme, che hanno rovinato i raccolti, e all’eccesso di turismo, che ha fatto crescere i consumi. Ma pesano anche politiche che nel tempo hanno ridotto i terreni agricoli destinati alla coltivazione del riso. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati