All’inizio del suo nuovo cupo, elegante, graffiante e divertente film, il maestro dell’horror cerebrale svela la sua ultima invenzione: un sudario funebre tecnologicamente avanzato che permette di vedere il corpo della persona amata decomporsi nella tomba. Così comincia una perlustrazione fluida e bizzarra di alcuni temi classici del cinema di Cronenberg (il deterioramento della carne, l’instabilità dell’immagine, la paranoia indotta dall’incursione della tecnologia in ogni aspetto della vita umana). Un’esplorazione permeata da una dimensione molto personale: Cronenberg si è ispirato alla vicenda della moglie, morta per un cancro nel 2017.
Justin Chang, The New Yorker
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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati