Sono tante le storie di battaglie politiche condotte dalle donne che Giulia Siviero, militante e giornalista femminista, racconta in questo libro. Sono distribuite in tempi diversi, che vanno dalla fine del settecento a oggi, e si svolgono nei paesi più disparati, con un’attenzione forte a ciò che è avvenuto in occidente negli ultimi cinquant’anni. Interessante è il modo in cui sono ordinate, in capitoli tematici che sembrano delineare un percorso dalla dimensione più intima a quella più pubblica, anche se – come avviene spesso nel femminismo – i piani si sovrappongono scandendo movimenti circolari più che rettilinei. Parte dalle lotte sul dire, volte a sottrarre al monopolio maschile i discorsi sulle donne e sul loro corpo, a cominciare dal controllo riproduttivo. Continua con le lotte sul fare, durante le quali si elaborano tecniche (come le auto-visite ginecologiche) che non solo raggiungono obiettivi pratici, ma generano consapevolezza. Seguono una serie di capitoli sulle forme specificamente femministe di conflittualità (come il separatismo o lo sciopero sessuale), di violenza (le azioni delle suffragette e altre esperienze di autodifesa), dell’uso dei corpi (attraverso esibizioni della nudità che scatenano il panico) e degli spazi (le strade di notte, le aule dei tribunali): modalità “situate” per intervenire su problemi che riguardano tutte e tutti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1558 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati