Adelaida Gigli è stata un’intellettuale, poeta e artista che ha attraversato alcune grandi catastrofi del novecento. Nata in Italia, figlia di un pittore che per non diventare un artista di regime aveva deciso di emigrare in Argentina, arriva da bambina a Buenos Aires dove frequenta gli ambienti di sinistra e partecipa, insieme al marito David Viñas, alla fondazione dell’importante rivista Contorno. Costretta ad allontanarsi quando i colpi di stato rovesciano i governi, lo fa definitivamente nel 1976 quando s’installa la più feroce delle dittature, che fa sparire i suoi due figli. Torna allora nel suo paese di origine, Recanati, dove scrive poesie, realizza le sculture in ceramica che ha cominciato a produrre in Sudamerica, invecchia e muore nel 2010. Questa esistenza, condizionata dalla storia, è raccontata con amore e rispetto da Adrián N. Bravi, a sua volta scrittore italoargentino, amico di Gigli e per certi versi suo discepolo. Il libro, basato su tante testimonianze e sull’esperienza diretta, immerge il lettore in alcuni contesti intellettuali fertili e vitali come quelli sudamericani del dopoguerra, gli offre le chiavi per seguire la storia di alcune tra le più efferate tecniche di repressione sperimentate nei tempi recenti, e soprattutto ritrae una donna complessa, anticonformista, che sopravvive in ambienti in cui è spesso isolata, accogliendo la felicità e il dolore. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati