Gli eventi che nell’ultimo mese hanno accompagnato l’insediamento di Donald Trump mostrano che stiamo entrando in una nuova e difficile epoca. Come ci siamo arrivati? Per provare ad allargare l’inquadratura e inserire l’esito delle elezioni statunitensi in un periodo più lungo, è utile questo libro che con un certo brio e molti riferimenti periodizza la storia recente. Secondo l’autore, lo storico del pensiero politico tedesco Anton Jäger, dopo la lunga fase caratterizzata dalla “politica di massa” che ha segnato il novecento, nel 1989 siamo entrati nella stagione della “post-politica” in cui ognuno sembrava giocare da solo. Con la crisi del 2008 si è aperto poi un decennio di “antipolitica”, caratterizzato dai movimenti populisti che hanno seppellito definitivamente i vecchi partiti. Ora c’è la fase dell’“iperpolitica” in cui la curva della politicizzazione si è ulteriormente innalzata (tutti si schierano su tutto), mentre quella dell’istituzionalizzazione delle strutture di partecipazione (in particolare partiti e sindacati) ha raggiunto livelli ancora più bassi. La politica di oggi ha preso quindi i toni urlati della polemica individuale, di cui i social network sono il veicolo ideale, mentre i movimenti collettivi hanno perso terreno, lasciando aperti ampi spazi destinati a essere occupati da soggetti più ricchi e decisamente spregiudicati. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati