Baptiste Beaulieu è un nome conosciuto in Francia. Nel blog Alors voilà, diventato poi un libro pluritradotto, ha raccontato le vicende quotidiane di un medico e di quella speciale relazione che si crea con il paziente. Beaulieu è specializzato in dipendenze e in contrasto alla violenza e alle discriminazioni. Il suo Le persone sono belle, albo illustrato dalle sapienti mani di Qin Leng, è un compendio di saggezza destinato ai più piccoli, ma che anche gli adulti farebbero bene a leggere. C’è una bambina e i suoi due nonni: Papou, medico in pensione, e Yaya. Papou ha una grande cicatrice in faccia e, raccontando alla nipote come se l’è procurata, aggiunge una frase che sarà il leit motiv dell’intero albo: “Questa cicatrce è la mia storia, tutti ne hanno una”. Durante una sortita nonno-nipote in città, alla Tour Eiffel, incontrano tante persone che il nonno conosce per la sua passata attività. Papou spiega alla nipote che il corpo, parlando del passato (e a volte del presente), si porta addosso delle cicatrici. Aggiunge che “tutte possono avere un lieto fine, ci vogliono tempo e amore” e conclude il discorso con quella che definisce la domanda giusta: “Cosa ne faccio ora di quello che mi è successo?”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 93. Compra questo numero | Abbonati