I Miniborei di Iperborea è una collana per ragazzi che non delude mai. Regala sempre tante emozioni, ma anche suspense, mistero, riflessioni. È il caso della storia che Lukas Hartmann ci racconta in Tutte le cose perdute. Il protagonista è Carl, un bambino che, come tutti, perde le cose. Cappelli, quaderni, penne e matite, adesivi, palloni, scarpe e giocattoli. Non si sa dove vanno a finire. A spiegare il mistero arriva Kasper, un burattino che come Pinocchio ogni tanto diventa un bambino vero. Non sappiamo se Kasper è solo un sogno. Di certo è l’amico migliore (immaginario e più reale del reale) di Carl. Gli spiega che niente si perde nella vita, tutto si ritrova con un po’ di buona volontà. Ed è sempre Kasper a dire a Carl che c’è un certo parco dove si trovano tutte le cose perdute. Carl è affascinato dal mistero di questo parco. E in questo, va detto, Hartmann rientra pienamente nella tradizione che vede nei parchi, nelle foreste e nei boschi luoghi ideali per un rito di passaggio. Carl attraversa il parco non solo per recuperare degli oggetti, ma per trovare un nuovo se stesso, più grande e più consapevole. Un bellissimo libro sulle paure e sul mistero del crescere. Una chicca da non perdere. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati