Jordan Bardella è come sempre impeccabile. Non rifiuta mai una foto e inoltre ha il vantaggio di non chiamarsi Le Pen. A metà aprile a Montereau-Fault-Yonne, nel dipartimento della Senna e Marna, decine di persone lo riprendono mentre scende dalla sua berlina con autista. Difficile sapere perché il pupillo dell’estrema destra francese abbia voluto presentarsi a questa piccola fiera, chiusa tra la stazione e le rive del fiume Yonne. I visitatori sono attirati dalla sua figura e dal gran numero di telecamere al seguito.

L’ex commissario di polizia Matthieu Valet, entrato di recente nel Rassemblement national (Rn, il partito di Marine Le Pen), ascolta e impara. “Bisogna solo sorridere e seguire l’ombrello giallo”, gli dice Bardella indicando l’accessorio tenuto in mano da uno dei suoi collaboratori in testa al corteo.

Stessa atmosfera qualche giorno dopo a Perpignan, nel dipartimento dei Pirenei orientali, per il 1 maggio. Alcune militanti urlano a squarciagola quando Bardella si toglie la giacca. Ragazzi poco più che adolescenti commentano con invidia il fisico sempre più muscoloso di “Jordan”, mentre seguono distrattamente il discorso pronunciato sul palco da Marine Le Pen. “È ancora più grosso che su TikTok. Secondo te quante volte a settimana va in palestra?”, si chiede uno di loro. Bardella ha 1,2 milioni di follower e sono in molti a farsi domande di questo tipo.

A 28 anni, Bardella ha un successo incredibile. Il pupillo di Marine Le Pen è sul punto di offrire al Rassemblement national la terza vittoria consecutiva alle elezioni europee, e la seconda con lui nelle liste. Saldamente al comando nei sondaggi con un largo distacco, sogna di schiacciare i rivali a destra, Les Républicains e Reconquête, fermi alla soglia del cinque per cento. Eppure a Bruxelles e a Strasburgo, dove è deputato da cinque anni, Bardella ha brillato soprattutto per la sua discrezione, limitandosi per lo più a delle sedute plenarie filmate e retribuite. Non ha guidato nessuna battaglia parlamentare e non c’è nessun testo che porti la sua firma. È invece onnipresente sui mezzi d’informazione, dove mostra il suo volto da bravo ragazzo per far digerire i discorsi xenofobi e populisti di Marine Le Pen: prima i francesi, l’uscita dai trattati europei e l’immigrazione come causa di tutti i mali.

Bardella è diventato un campione della comunicazione di massa, enfatizzata e depoliticizzata dai social network. “È il prodotto del suo tempo”, dice Le Pen, che accanto a lui rischia di sembrare un personaggio del passato. Lo status dell’erede è cambiato: ad avenue Montaigne si può intravedere Bardella, con un cocktail in mano, in compagnia di Guillaume Genton, uno dei giornalisti della popolare trasmissione televisiva Touche pas à mon poste.

È inseguito come una star dalle telecamere del programma politico Une ambition intime di Karine La Marchand. Alla conduttrice Bardella racconta per l’ennesima volta il suo percorso dai palazzoni di un quartiere popolare di Drancy, nella Seine-Saint-Denis, fino al vertice dell’estrema destra francese. I telespettatori conoscono i suoi genitori, o quasi: la madre, che abita ancora in quel quartiere, preferisce essere intervistata di schiena e con una parrucca in testa.

Intesa perfetta

Dopo averlo a lungo considerato una “testa vuota” e poi soprannominato “bastone da selfie”, i politici vicini a Macron si sono resi conto del pericolo e ora cercano di alimentare l’ipotesi di una rivalità con Marine Le Pen in vista delle presidenziali francesi del 2027. Bardella è “ambizioso”, si ripete all’Eliseo; l’intesa perfetta con Le Pen potrebbe finire per trasformarsi in un duello.

Per il momento, però, la leader dell’Rn è ben contenta di averlo scelto come capolista alle elezioni europee del 2019, quando si è accorta del suo potenziale. E a un’eventuale rivalità per ora contrappone un rapporto di “fiducia totale”. Dopo la vittoria di cinque anni fa, Le Pen lo aveva portato a riposarsi al parco divertimenti Puy du Fou. Ogni tanto passano ancora i fine settimana insieme con i loro collaboratori, al mare o in campagna.

Per accontentare gli elettori conquistati dal suo pupillo, la leader di estrema destra si è impegnata a farlo primo ministro. Una decisione che ha preso nell’estate del 2023, in contraddizione con la sua abitudine a non promettere “nessun posto a nessuno” per “favorire la competizione interna”. Il processo per appropriazione indebita di fondi europei cominciato il 30 settembre in cui sono imputati gli assistenti degli eurodeputati del Front national, il vecchio nome del partito di Le Pen, potrebbe colpire anche lei rendendola ineleggibile. Questo l’ha spinta a creare per Bardella un futuro da statista.

Finora la tattica sembra funzionare. Nei sondaggi tra i giovani, gli abitanti dei centri urbani e i laureati, la popolarità dell’allievo supera ormai quella della maestra. Vale anche per gli elettori di destra e gli imprenditori, che Bardella corteggia per rassicurarli sulla credibilità economica del partito. Una posizione più personale per sembrare in futuro, secondo le parole dello stesso Bardella, un “primo ministro di apertura” al fianco di Le Pen.

A volte lei lo riprende, come nel febbraio 2023, quando ha rilasciato un’intervista senza il suo consenso al quotidiano L’Opinion per mostrarsi più critico nei confronti della Russia di Putin. Ma per il resto Le Pen non gli fa mancare nulla, e Bardella dispone già di un fotografo personale e di un fan club ufficiale. Al Rassemblement national però tutti sono consapevoli della fragilità del candidato, ancora troppo acerbo quando si tratta di affrontare le questioni di fondo. Dopo la sua elezione alla presidenza, molti dirigenti si sono detti preoccupati dalla linea identitaria che Bardella vorrebbe imporre per attirare i seguaci di Éric Zemmour. E criticano “il rischio politico insensato” preso da Le Pen srotolandogli il tappeto rosso. Ma le critiche hanno avuto vita breve.

Il genero ideale

Il giorno dopo il suo dibattito sul canale Bfmtv con Valérie Hayer (capolista di Renaissance, il partito di Macron), ritrovo Bardella nel suo ufficio alla Porte de Saint-Cloud di Parigi. Soddisfatto e, come spesso di questi tempi, con il telefono pieno di messaggi di congratulazioni. “Appena ci siamo salutati, ho capito subito che non ce l’avrebbe fatta”, afferma.

In realtà la capolista di Renaissance è riuscita a metterlo in difficoltà sugli alleati dell’Rn al parlamento europeo e sull’antisemitismo di Jean-Marie Le Pen. Lui si è limitato a riciclare le frecciate scagliate da Macron a Marine Le Pen nel 2017 come “quello che dice dimostra la sua impreparazione”. Bardella, osserva un dirigente del partito, detesta una cosa più di ogni altra: “Essere raccontato da qualcun altro”. La trasmissione Complément d’enquête ha già rovinato la sua immagine di genero ideale riesumando delle battute razziste che aveva condiviso su Twitter attraverso un profilo anonimo. Per vendicarsi ai comizi aizza il pubblico contro il programma televisivo.

L’evocazione di una sua relazione con una delle figlie di Frédéric Chatillon, figura dell’estrema destra e storico finanziatore del Front national e poi del Rassemblement national, così come le domande sulle sue origini popolari, sarebbero per Bardella altrettante “linee rosse superate” dai giornalisti. Ma un collaboratore di Marine Le Pen confida: “A forza di presentarsi come l’uomo perfetto c’è il rischio che, grattando, si trovi qualche difetto”.

Per controllare meglio la sua storia, Bardella sperava di far uscire un’autobiografia all’indomani delle europee. Secondo le ultime notizie, sarebbe ancora in cerca di una casa editrice, mentre si dice stupito per “l’attenzione smisurata” che suscita. ◆ adr

Biografia

1995 Nasce in un quartiere popolare a Drancy, in Francia, figlio unico di una famiglia di origini italiane.
2012 S’iscrive al Front national.
2013 Comincia a studiare alla Sorbonne di Parigi, ma abbandona l’università in anticipo per dedicarsi alla politica.
2014 Diventa il più giovane segretario del Front national nel dipartimento di Seine-Saint-Denis.
2022 È eletto presidente del Rassemblement national.


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Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati