Il 28 agosto il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha incontrato il consigliere statunitense per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, per la prima volta in visita a Pechino. Secondo la Casa Bianca lo scopo della visita è chiarire fraintendimenti ed evitare che la concorrenza tra i due paesi si trasformi in conflitto. Anche se Washington ha evitato di legare esplicitamente la visita di Sullivan alle elezioni statunitensi di novembre, non è da escludere un possibile vertice tra i presidenti dei due stati prima della fine del mandato di Joe Biden.
Vincono i manifestanti
Il 25 agosto il parlamento indonesiano ha dato il via libera alla modifica della legge elettorale adeguandola a due recenti sentenze della corte costituzionale, che i partiti di governo avevano cercato di ignorare. Il 20 agosto la corte aveva abbassato la soglia di rappresentanza nelle assemblee regionali necessaria ai partiti o alle coalizioni per partecipare alle elezioni locali. Così si è riaperta la corsa in collegi dove la coalizione di governo intendeva sbarrare la strada all’opposizione sostenendo un unico candidato. In particolare Anies Baswedan, rivale del presidente uscente, Joko Jokowi Widodo, e del presidente eletto, Prabowo Subianto, è tornato in gara per governo della capitale. La seconda sentenza, sull’età minima per i candidati a governatore e vicegovernatore, esclude Kaesang Pangarep, un figlio di Jokowi che era in lizza per diverse posizioni. La notizia che i deputati di maggioranza intendevano ignorare le sentenze ha spinto migliaia di indonesiani in piazza, costringendoli a fare marcia indietro. ◆
Più forma che sostanza
“Sei settimane dopo la visita del primo ministro indiano Narendra Modi (nella foto) a Mosca, il suo viaggio a Kiev, dove il 23 settembre ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, è stato visto come un esercizio di bilanciamento della posizione di New Delhi sulla guerra tra Russia e Ucraina”, scrive The Hindu in un editoriale. “Fin dall’invasione russa nel febbraio 2022, l’India ha mantenuto una posizione di singolare distanza dalla guerra, astenendosi da tutte le risoluzioni sul conflitto votate all’Onu e critiche verso Mosca. L’India ha anche ignorato le sanzioni occidentali, in particolare quelle sui pagamenti per le importazioni di greggio e di attrezzature per la difesa dalla Russia, e non ha accettato la richiesta di Zelenskyj di includere l’Ucraina al G20 del 2023. Il solo fatto che Modi, il primo leader indiano a visitare l’Ucraina da quando è indipendente, sia andato a Kiev è significativo e ha fatto pensare a un cambio di linea. Resta da vedere se l’India giocherà un ruolo più incisivo nella risoluzione del conflitto. Finora non ha mostrato interesse per niente di più che trasmettere messaggi quando necessario, inviare funzionari ai dialoghi sulla pace e invitare le due parti a trattare direttamente. La visita di Modi non sembra aver influito sugli sforzi di pace globali. Né la sostanza ha superato il simbolismo della visita”.
Una premier inesperta
Il 16 agosto il parlamento tailandese ha eletto prima ministra Paetongtarn “Ing” Shinawatra ( nella foto ), 38 anni, figlia di Thaksin Shinawatra, influente e discusso protagonista della politica del paese, scrive The Conversation. Anche se Shinawatra è la premier più giovane nella storia della Thailandia, la sua elezione non è necessariamente un’iniezione di energia nuova e un segnale di progresso democratico, continua The Conversation. Piuttosto consolida il potere della sua famiglia, una dinastia politica che ha segnato profondamente la storia recente del paese. La nuova premier, con poca esperienza, ha di fronte una situazione politica ed economica complessa. L’improbabile alleanza tra il suo partito (il populista Pheu Thai) e i conservatori e i militari è molto fragile, e l’economia procede a rilento.
Australia I leader del Forum delle isole del Pacifico il 28 agosto hanno dato il loro assenso a un piano di polizia regionale finanziato dall’Australia, in base a cui si creeranno nella regione centri di eccellenza per l’addestramento degli agenti e un gruppo di sostegno alla polizia del Pacifico da schierare in caso di grandi eventi e in periodi di crisi. Il sì al piano è considerato da molti una mossa per limitare l’influenza della Cina nella regione in materia di sicurezza.
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