Se l’Europa vuole continuare a competere con la Cina e gli Stati Uniti ha bisogno di grandi investimenti, pubblici e privati, e di meno burocrazia. È, in estrema sintesi, la principale proposta avanzata dall’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi nel rapporto “Il futuro della competitività europea”, uno studio commissionato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e presentato il 9 settembre. Dopo un’analisi delle debolezze dell’economia del continente, il rapporto elenca le riforme necessarie. “Le proposte di Draghi costituiscono un valido programma per il nuovo mandato della Commissione che sta per insediarsi”, scrive il Financial Times. Gli fa eco lo svedese Sydsvenskan: “La sfida è enorme, considerato che dal 2000 negli Stati Uniti i salari reali sono cresciuti del doppio rispetto all’Unione europea, che il gap tra le due aree economiche è passato dal 15 per cento del 2002 al 30 per cento del 2023 e che tra le più grandi compagnie tecnologiche globali solo quattro sono europee. No, il piano di Draghi non è una cura rapida per un’Unione che arranca. Ma può essere un salutare calcio nel sedere”.
Le proposte di Draghi
Verso il club dei Brics
La Turchia ha avviato la procedura formale per l’ingresso nei Brics, l’alleanza di paese emergenti, dominata da Russia e Cina, che è considerata un contrappeso al G7. Secondo il quotidiano turco Aydınlık, “è un passo importante per liberare il paese dalle catene dell’occidente, accelerare lo sviluppo dell’economia e avere una politica estera indipendente”. La scelta, fa notare il giornalista turco in esilio Can Dundar su Özgüruz, sarebbe un netto cambio di rotta dopo decenni di politiche di occidentalizzazione e allontanerebbe la Turchia da una prospettiva europea per inserirla nell’asse Mosca-Pechino. Se davvero Ankara entrerà nei Brics, aggiunge Taha Akyol sul quotidiano Karar, i danni per la democrazia saranno enormi, perché nel paese si smetterà del tutto di parlare di diritti umani e stato di diritto.
Droni e diplomazia
Mentre nell’est dell’Ucraina continua le pressione delle forze russe, ormai vicine alla città di Pokrovsk, il 10 settembre l’Ucraina ha lanciato un attacco con droni sulla regione di Mosca, uccidendo una persona, scrive la Reuters. L’esercito di Kiev, inoltre, continua a mantenere il controllo dei territori occupati nella regione russa di Kursk. Per quanto riguarda la diplomazia, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha ribadito di aver elaborato un piano di pace che sarà presentato a Washington entro breve. Intanto gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di aver consegnato a Mosca una nuova fornitura di missili balistici, che i russi potrebbero usare nelle prossime settimane. ◆
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