È difficile pensare a una scena di sesso bollente in termini di carico di lavoro mentale. Eppure, dietro l’apparente fluidità di un atto sessuale, c’è una serie di compiti logistici, estetici ed emotivi che molto spesso ricadono sulle donne.
Tanto per cominciare c’è la contraccezione. Per Nadège, un’analista aziendale di 46 anni, è stata un peso per molto tempo. Prima prendeva la pillola, poi ha deciso di smettere. “Avevo comunque paura di un incidente, perché il preservativo ha dei limiti”, racconta. “Tenevo traccia del mio ciclo contando i giorni sul calendario, per sapere quando stavo ovulando. In quei momenti, lo stress di rimanere incinta prendeva il sopravvento sul piacere”. La donna, che ha una figlia da una precedente relazione, ha deciso di farsi legare le tube per mettere fine a quest’ansia.
Oltre alla contraccezione, i problemi legati alla salute sessuale sono spesso un freno. Dopo il sesso Nadège soffriva di cistiti e questo le faceva temere ogni rapporto. “Quando sai che ti ritroverai in bagno con la sensazione di una lama di rasoio mentre urini, ci pensi due volte prima di lasciarti andare”, dice. Alla fine ha trovato un trattamento preventivo naturale in bustine. Anche questo però comporta una pianificazione pratica e mentale perché deve prendere una bustina prima di fare l’amore e poi un’ora dopo. “Mi è capitato di dover spiegare a un mio ex che non volevo fare sesso troppo tardi, perché poi sarei dovuta restare sveglia per il trattamento, mentre lui avrebbe potuto dormire tranquillamente”.
Nel libro La charge sexuelle. Pourquoi la sexualité est l’autre charge mentale des femmes (First, 2020), Clémentine Gallot e Caroline Michel spiegano che la sessualità delle donne si inserisce in un contesto sociale in cui tocca a loro doversi fare carico della maggior parte dei compiti quotidiani. In una sorta di continuum del lavoro domestico, il rapporto sessuale può comportare compiti che si sommano agli altri. “Così come c’è un piccolo elfo che cambia il rotolo della carta igienica, c’è un piccolo elfo che tiene conto dei periodi fertili, compra i preservativi, rassicura il fidanzato sulle dimensioni del suo pene o accende piccole candele”, dice ironicamente Gallot. “Gli studi sociologici dimostrano che questo piccolo elfo è spesso una donna e il suo lavoro è invisibile”.
Biancheria sexy
Come dimostrano le ricerche della sociologa Cécile Thomé, affinché l’atto sessuale eterosessuale appaia “spontaneo” e possa avvenire in qualsiasi momento, le donne devono orchestrare un lavoro materiale (contraccezione, depilazione, cura dell’aspetto fisico, pianificazione dei momenti insieme, eccetera) e anche un lavoro emotivo. Quest’ultimo “ha in particolare l’obiettivo di garantire al momento giusto un desiderio sessuale che corrisponda a quello del partner”. In altri termini, ci sono donne che organizzano addirittura il loro desiderio e fanno di tutto per aver voglia di fare sesso quando è probabile che anche il partner ne abbia. Tengono dei calendari mentali sulla frequenza dei rapporti, immaginano quello che per loro è il giorno più opportuno e così via.
Ecco come lo descrive Eliana*, una donna trans di 36 anni: “Ho cominciato la mia transizione di genere all’età di trent’anni. Prima avevo una relazione con una donna con cui ho due figli e non avvertivo questo peso. L’ho scoperto quando ho cominciato a frequentare gli uomini”, spiega. Attualmente sposata con un uomo con cui ha avuto un figlio attraverso la gestazione per altri, Eliana parla del lavoro che fa per rendersi desiderabile, per esempio indossando biancheria intima sexy. È lei che deve cercare nuove pratiche per “aggiungere un po’ di pepe” e avere una sessualità più soddisfacente.
Eliana racconta poi del diario sul desiderio sessuale che aggiorna mentalmente: “Se mi rendo conto che sono passati dieci giorni dall’ultima volta che abbiamo fatto l’amore, mi dico che quella sera devo essere pronta. Quando passiamo una serata insieme, mi rendo disponibile e mi assicuro che ci siano le giuste condizioni. Questo ha di sicuro a che fare con la mia identità trans: è come se volessi ringraziare mio marito per avermi amata come donna, per avermi chiesto di sposarlo e per essere diventato il padre di mio figlio. Prima di lui ho conosciuto molti uomini che avevano il feticcio delle donne trans e che mi vedevano solo come una fantasia”.
Anche Samantha*, trentaquattrenne del canton Vallese, ha riflettuto sulla questione del desiderio: “Ho una relazione da dieci anni. A vent’anni volevo far piacere al mio partner e i nostri desideri coincidevano. Poi altre cose hanno preso il sopravvento sulla sessualità. Mi sono interrogata molto sul mio diritto a dire di no e su come questo rifiuto viene accolto”. Samantha ha avviato con il compagno un confronto ancora in corso. Grazie a questo dialogo hanno condiviso il carico emotivo in modo più equo, anche se è stata lei a cominciarlo: “Abbiamo imparato a capire i desideri dell’altro. Ci siamo detti che se uno di noi non ha voglia, non è colpa di nessuno. Se c’è meno sessualità, ne parliamo e spesso ci rendiamo conto che è legata al carico di lavoro mentale o ad altre preoccupazioni”.
Fabio*, 48 anni, vive nella città svizzera di Vevey. Per condividere il carico mentale della gestione della casa, lui e la sua compagna hanno un calendario appeso in cucina in cui annotano la distribuzione delle spese, gli orari in cui si fanno le pulizie nel fine settimana, le assenze dell’uno o dell’altra per comunicare a chi resta a casa che deve preparare la cena ai bambini, e così via. Il calendario include anche gli appuntamenti intimi. “È una soluzione per ritrovarci tra i tanti impegni. All’inizio per la mia compagna era un peso mentale ulteriore, perché si stressava sapendo che aspettavo quel momento per avere un rapporto”, ricorda Fabio. “Abbiamo parlato e abbiamo deciso che possiamo usare quella fascia oraria per chiacchierare o farci un massaggio, senza per forza fare sesso”.
Sa che la sua compagna, per vivere meglio la sua sessualità, ha bisogno di gesti di attenzione. “Per lei è importante abbracciarsi o prendersi per mano per strada. Ha bisogno di un legame tattile prima di questi appuntamenti”. La coppia ha anche fissato dei momenti per confrontarsi su come si sentono nella vita di tutti i giorni. È utile per distribuire il carico mentale e capire che, a volte, la partner non ha solo bisogno di tempo per loro due, ma anche per se stessa. ◆ gim
* I nomi sono di fantasia
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati