Tra qualche giorno arriverà la dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna. Il presidente del governo catalano l’ha annunciato il 3 ottobre proprio nel momento in cui il re dichiarava che lo stato ha “la responsabilità legittima di assicurare l’ordine costituzionale”.
Il seguito della vicenda è abbastanza prevedibile. Appena la Catalogna avrà proclamato la sua indipendenza, la Spagna sospenderà la sua autonomia e potrebbe addirittura far arrestare i leader catalani. In altre parole, siamo alla vigilia di una crisi gravissima in Spagna e in Europa, e nell’ambito di questa crisi gli indipendentisti e il potere centrale hanno diverse carte da giocare.
A Madrid, il primo ministro Mariano Rajoy non può contare solo sulla costituzione, ma anche sul sostegno del Partito socialista, il Psoe, e dei centristi di Ciudadanos. Soprattutto, Rajoy può appoggiarsi alla metà degli elettori catalani che non vogliono separarsi dal resto della Spagna.
Previsioni molto incerte
La bilancia, di certo, non pende dalla parte degli indipendentisti, che però incassa la solidarietà dopo le violenze della polizia commesse il 1 ottobre a cui si aggiunge il consenso dei giovani. Più il potere centrale userà la forza e la legge per opporsi all’indipendenza più la causa indipendentista si diffonderà.
Siamo agli albori di un lungo braccio di ferro in Catalogna, e al momento non possiamo prevedere chi vincerà.
Appena due settimane fa l’indipendentismo non poteva contare sulla maggioranza
Più la repressione degli indipendentisti sarà dura e più aumenterà il sostegno alla loro causa; più il governo sarà prudente e più sembrerà debole. A priori gli indipendentisti sembrano sicuri vincitori, ma considerando che non potranno prevalere in tempi brevi rischiano di non convincere e di perdere le elezioni che il parlamento nazionale finirà per organizzare in Catalogna.
Sarà quello il momento della verità. Non sappiamo cosa sceglieranno gli elettori, perché tutto dipende dal contesto in cui saranno chiamati alle urne e perché appena due settimane fa, prima dello shock provocato dalla violenza della polizia, l’indipendenza non poteva contare sulla maggioranza.
La situazione è estremamente incerta e pericolosa. La Spagna e la Catalogna hanno un urgente bisogno di una mediazione che possa permettere di negoziare un’indipendenza nell’interdipendenza, una soluzione come quelle trovate in Svizzera o in Québec che possa permettere ai due schieramenti di salvare la faccia e all’Unione europea di evitare una crisi devastante in uno dei paesi più grandi dell’eurozona.
L’Unione deve intervenire e deve farlo alla svelta, anche perché può contare sulla fiducia delle parti, che si considerano entrambe legate al progetto europeo. Può intervenire pubblicamente o discretamente, non importa. Ma deve farlo prima che questa crisi diventi ingestibile.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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