Proprio mentre la Biennale d’arte di Venezia apriva la sua cinquantacinquesima edizione, le edizioni Contrasto hanno pubblicato postumo l’ultimo libro concepito e organizzato da Gabriele Basilico: Padiglioni e giardini della Biennale di Venezia (80 fotografie, 200 pagine, 39,90 euro, a cura di Adele Re Rebaudengo).

Ritroviamo pienamente il rigore del bianco e nero, il senso dei volumi e della luce che rivela gli spazi di un fotografo il quale, più di ogni altro, ha gettato uno sguardo analitico su Venezia. Ma è sorprendente non riconoscere affatto i luoghi fotografati, anche se li abbiamo frequentati e girati più di una volta. A renderli irriconoscibili è il fatto che i padiglioni sono stati fotografati completamente vuoti, mentre li abbiamo sempre visti pieni, occupati, trasformati e rimodellati dagli artisti che, esponendo le loro opere, se ne appropriavano.

Fotografati così, nella loro essenzialità, questi spazi diventano momenti architettonici, più o meno convincenti, a seconda dei casi. In pochi scatti si riesce a cogliere la specificità di ognuno dei padiglioni. Esterno, interno, una vista frontale, una fuga prospettica per una visita silenziosa e appagante, anche grazie a testi chiari e concisi (in italiano e in inglese).

Del resto non potevamo sperare in una guida migliore, visto che Basilico è l’unico fotografo premiato alla Biennale d’architettura.

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