Ogni articolo che leggo sul mestiere di genitore mi fa temere che siamo condannati a sbagliare. O sbaglio? –Eric

Al di là di come vanno le borse asiatiche o la ripresa europea, c’è un settore che non conosce crisi: gli studi sui genitori e i figli. Solo nelle ultime ventiquattr’ore ho letto che la nascita di un bambino aumenta la felicità a breve termine dei genitori, ma solo per i primi due figli (The New York Times); che passare più tempo con i figli non incide in nessun modo sul loro sviluppo personale (The Washington Post); che il benessere a lungo termine di un bambino è influenzato dalle condizioni della gravidanza molto più di quanto si credesse in passato (The Economist).

Tutto vero, per carità – almeno finché non esce uno studio che contraddice il precedente – ma se un genitore dovesse leggere ogni ricerca pubblicata sull’argomento, dovrebbe assumere un baby sitter a tempo pieno perché gli resterebbe poco tempo per badare alla prole. Si fa quel che si può: informarsi con qualche libro o articolo è utile, usare l’istinto lo è anche di più.

Quando dico che nella mia famiglia siamo due papà, ogni tanto c’è qualcuno che mi chiede: e con il complesso di Edipo come farete, avete parlato con uno specialista? E certo, mi ci manca solo la visita preventiva dallo psicoterapeuta. Ce ne occuperemo quando succederà, solo se succederà. Perché spesso i maggiori esperti di figli sono i loro genitori.

Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2015 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Il mestiere più antico del mondo”. Compra questo numero | Abbonati

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